Biscotti con crema al limone

Dolcetti di pasta frolla ripieni di morbida crema al limone!
1h
media
Dosi per 8 persone
[addtoany]
INGREDIENTI

Per la pasta frolla:
300 g di farina
150 g di farina di riso
50 g di farina di mandorle
120 g di zucchero
250 g di burro
1 pizzico di sale
1 uovo + 1 tuorlo
buccia grattugiata di 1 limone
1 cucchiaino di lievito

Per la crema al limone:
1 tuorlo d’uovo
1 cucchiaio di zucchero
1 cucchiaio di fecola
1 bicchiere di latte
succo di 1 limone
zucchero a velo per decorare

di Giusy Pietrangeli

PREPARAZIONE

Prepariamo la crema al limone:
Fate scaldare il latte in un pentolino,
Sbattete il tuorlo con lo zucchero, unite la fecola e poco alla volta il latte caldo amalgamando bene il tutto.
Mettete sul fuoco, aggiungendo la scorza di limone e cuocete la crema girandola continuamente per evitare che si attacchi.

Quando la crema si sarà addensata, togliete le scorze di limone, unite il succo del limone, girate e toglietela dal fuoco; copritela con la pellicola trasparente e fatela raffreddare.

Ora preparate la frolla per i biscotti:
Mescolate la farina, la farina di riso e la farina di mandorle, unite sale, zucchero, uova, la scorza grattugiata di limone, il lievito e mescolate il tutto con le mani o con la planetaria.

Unite il il burro a pezzetti,  impastate fino ad avere un composto omogeneo e liscio. Avvolgete la pasta nella pellicola e fatela riposare in frigo per almeno 30 minuti.

Riprendete l’impasto, lavoratelo velocemente con le mani, poi stendetelo in una sfoglia di circa 0,5 cm, Con un tagliabiscotti  rotondo, ricavate tanti dischetti.
Sulla metà dei biscotti, spennellati con pochissimo latte, adagiate un cucchiaino di crema al centro,  copriteli con l’altra metà e sigillate i bordi.

Mettete i biscotti in una teglia coperta di carta da forno e cuoceteli in forno preriscaldato a 180°C per 10 minuti circa.
Fateli raffreddare e serviteli con una  spolverizzata di zucchero a velo.

LE VARIANTI DEL TIMO

Il ripieno può essere sostituito con una crema all’arancia o con della nutella se preferite!

[sg_popup id="21" event="click"]Ti è piaciuto l'articolo? Possiamo inviarti gli articoli più richiesti?[/sg_popup]

I tagliolini alle erbe

Nel nostro menù da qualche mese abbiamo aggiunto dei primi piatti realizzati con le nostre erbe aromatiche.

Fin dall’antichità l’uomo ha impiegato spezie ed erbe aromatiche per insaporire i cibi. Le erbe aromatiche sono piante spontanee o coltivate, per lo più originarie del Mediterraneo. Sono una componente preziosa in cucina per arricchire, esaltare o variare il gusto delle pietanze. Ognuna ha sapore e aroma peculiari. Nonostante il potere nutritivo trascurabile, gli aromi non svolgono solo un’azione gustativa: nelle cellule delle loro radici, fusti, foglie e semi possiamo trovare i cosiddetti oli essenziali, cioè quelle sostanze che sviluppano l’aroma e che nel contempo esercitano delle azioni benefiche sul nostro organismo come, ad esempio il facilitare la digestione degli alimenti ai quali sono stati aggiunti. Ovviamente la cottura e la miscelazione casuale degli aromi può attenuare o esaltare l’azione positiva degli oli essenziali: per questa ragione alcune erbe vanno impiegate a crudo, e nel fare dei cocktail aromatici si devono rispettare delle precise combinazioni.

Le erbe aromatiche fresche devono essere lavate e impiegate, intere (foglie e steli) oppure tritate, al termine (o quasi) della cottura. Le erbe essiccate e le spezie sotto forma di foglioline intere, rametti, grani o radici si cuociono insieme alle vivande, mescolate agli ingredienti, legate in un mazzetto, o anche racchiuse in una garza (a sacchettino).

La conservazione delle erbe aromatiche fresche è generalmente molto breve; vanno racchiuse in sacchetti di plastica forati e tenute in frigorifero.

L’essiccamento è una tecnica molto usata per conservare le erbe sia intere, sia macinate, e vanno tenute al riparo dall’umidità in imballaggi ermetici. Le erbe possono essere anche congelate, lasciandole intere e ponendole in sacchetti di plastica ermetici a -18° C (e si possono conservare per circa sei mesi).

In base al loro impiego, possiamo distinguere le erbe per fondi di cucina, salse e per cucinare al salto, e quelle invece adatte agli stufati, con un profumo e un sapore particolarmente decisi che resistono bene alla cottura.

Per i nostri taglioni alle erbe abbiamo bisogno del timo, con il suo profumo intenso e l’aroma pungente; dell’origano, con un profumo molto ricco e un sapore piuttosto acre e intenso; del rosmarino che conferisce al piatto un profumo intenso e persistente, e il suo gusto è deciso e leggermente amaro; del prezzemolo con un gusto e un aroma delicati; e del basilico con il suo aroma dolce e fragrante e il suo gusto fresco e intenso.

E allora provate anche voi a preparare questo primo ricco di sapori e aromi unici!

Ricetta

Difficoltà: facile
Tempo di preparazione: 30 minuti
Ingredienti per 4 persone:

  • 480 gr di tagliolini (la ricetta per fare i tagliolini la trovate nell’articolo su come fare la pasta)
  • 50 ml di olio extravergine di oliva
  • 1 cucchiaio di prezzemolo tritato
  • 1 cucchiaino di timo titato
  • 1 cucchiaino di origano tritato
  • 1 cucchiaino di rosmarino tritato
  • qualche foglia di basilico
  • 2 pomodori grandi, sbucciati e tagliati a pezzettini
  • sale e pepe
  • 25 gr di burro
  • 25 gr di parmigiano grattugiato

Procedimento:

Per prima cosa mettiamo a bollire l’acqua per cuocere i nostri tagliolini. Nel frattempo, prepariamo gli altri ingredienti tritando tutte le erbe aromatiche e tagliando a pezzettini i nostri pomodori. Mettiamo l’olio in una casseruola e facciamo scaldare bene su una fiamma abbastanza vivace. Aggiungiamo poi il prezzemolo, il timo, l’origano, il rosmarino, il basilico, i pomodori, il sale e il pepe, e lasciamo cuocere per un minuto circa. Saliamo l’acqua, e buttiamo i nostri tagliolini appena fatti, lasciamo cuocere per 4 minuti circa, lasciandoli belli al dente. Versiamo la pasta nella casseruola dove abbiamo preparato il nostro condimento, aggiungiamo poi il burro ammorbidito e il parmigiano grattugiato. Mescoliamo per bene tutti gli ingredienti per qualche minuto, aggiungendo un pochino di acqua di cottura, lasciando il nostro condimento bello cremoso. I nostri tagliolini sono pronti per essere serviti, e li impiattiamo con una spolverata di prezzemolo fresco tritato sopra.

E buon appetito!

[sg_popup id="21" event="click"]Ti è piaciuto l'articolo? Possiamo inviarti gli articoli più richiesti?[/sg_popup]

Sbriciolata al limone

Dolce fresco e veloce da preparare!
45 min
facile
Dosi per 10 persone

INGREDIENTI

Pasta frolla:
350 gr di farina 00
1 uovo
100 gr di zucchero
100 gr di burro freddo
1 bustina di lievito
la buccia di un limone grattugiata

Crema al limone:
1/2 litro di latte
3 tuorli (circa 60 gr)
200 gr di zucchero
1 bustina di vanillina
80 gr di farina
il succo filtrato di un limone grande
la buccia di 3 limoni grattugiata


di Giusy Pietrangeli

PREPARAZIONE

Preparare la crema:
Lavorare i tuorli con lo zucchero, aggiungere la vanillina, la farina setacciata e il latte a filo pian piano, alla fine succo e bucce di limoni, mettere sul fuoco e far addensare. 

Una volta pronta lasciarla raffreddare.

Nel frattempo preparare l’impasto della sbriciolata:
Lavorare a crema il burro con lo zucchero, aggiungere l’uovo, la buccia del limone ed  infine la farina miscelata con il lievito e mischiare il tutto velocemente  fino ad ottenere un impasto scomposto e sbricioloso.

Imburrare uno stampo da 24/26 cm mettere metà dell’impasto sulla  la base, versare la crema al limone e ricoprire con il resto dell’impasto.
Infornare a 180° per circa 35 minuti, fino a quando non è ben croccante e dorata. Lasciar raffreddare e servire cospargendola di zucchero a velo. 

LE VARIANTI DEL TIMO

La crema al limone può essere sostituita con una all’arancia  trasformando così la sbriciolata al limone in una sbriciolata all’arancia!

[sg_popup id="21" event="click"]Ti è piaciuto l'articolo? Possiamo inviarti gli articoli più richiesti?[/sg_popup]

Le pezze del Timo con farina di Solina

Dopo la pizza di solina ed il pane di solina questa volta vi proponiamo la variante delle pezze del Timo con la solina.
La preparazione casalinga della pasta fresca di grano di solina avviene di solito impastando farina di solina, una percentuale di farina di semola, uova e sale. 
Per lavorarla si può utilizzare un’impastatrice oppure impastare a mano su una spianatoia, rigorosamente di legno, perché questo materiale, essendo meno liscio fa scivolare meno l’impasto rendendone più semplice la lavorazione.
Questo tipo di pasta non va lasciata troppo al dente ed è ottima con sughi dal sapore fresco a base di verdure o carne.
L’impasto prevede per ogni 100 gr di farina un uovo, ed essendo una farina molto rustica e grossolana, tende ad assorbire più liquido, quindi nel caso in cui l’impasto risulterà troppo duro possiamo aggiungere un uovo o un pochino di acqua.

Ingredienti delle pezze per 4 persone:

– 400 gr di farina (300 gr di farina di solina, 100 gr di farina di semola)
– 4 uova
– un pizzico di sale

Preparazione:

Disporre la farina a fontana su una spianatoia di legno, rompere le uova al centro della farina e aggiungere il sale. Lavorare gli ingredienti al centro della fontana incorporando lentamente la farina con la punta delle dita fino a quando non si arriva a lavorare l’impasto con il palmo delle mani; continuare ad impastare per almeno dieci minuti, infarinando di tanto in tanto la spianatoia e staccando con la spatola la pasta che vi rimane attaccata. La cosa importante è che la lavorazione sia fatta con forza, al fine di ottenere appunto un composto ben amalgamato di buona consistenza. Di tanto in tanto allungare la pasta e ripiegarla su sé stessa. Quando la pasta inizia ad avere una superficie liscia e lucida se ne fa una palla e si lascia riposare per almeno 30 minuti coperta da un recipiente di plastica o di vetro, l’importante è che sia al riparo dall’aria. La lavorazione non deve essere per forza fatta a mano, se si ha un’impastatrice basta unire tutti gli ingredienti nella ciotola e impastare per qualche minuto finché l’impasto diventi liscio e ben amalgamato.

Una volta trascorso il tempo di riposo della pasta, la riprendiamo e iniziamo a creare le nostre pezze.

Per la realizzazione delle pezze occorre stendere l’impasto, prima di tagliarlo secondo il nostro formato. Questa operazione è stata a lungo compiuta, e ancora si ripete in molte famiglie, mediante mattarello e spianatoia, ma oggi sono disponibili macchine apposite stendipasta che ci aiutano nella lavorazione delle nostre paste.
Prendiamo quindi la palla che abbiamo formato in precedenza, e la tagliamo in 5 parti, prendiamo un pezzo di pasta e iniziamo a stenderla dal livello più spesso fino ad un’altezza media di circa due tre millimetri, l’altezza della pasta non deve essere né troppo spessa né troppo fina.
Una volta stesa la nostra pasta, la ritagliamo ricavandone delle striscioline larghe circa 5 cm, le sovrapponiamo e con un coltello iniziamo a dare forma alle nostre pezze, tagliando trasversalmente le nostre striscioline, ottenendo così dei rombi, o se preferite potete dargli qualsiasi forma voi desideriate.

Prendiamo le nostre pezze, ben cosparse di farina e le adagiamo su un vassoio.

Prepariamo adesso il condimento….

In una casseruola mettiamo un filo d’olio, uno spicchio di aglio, 200 gr di guanciale e un po’ di timo fresco, lasciamo cuocere per qualche minuto, fino a quando il guanciale non è ben colorato. Aggiungiamo poi 400 gr di pachino, tagliati a pezzi e mantechiamo, lasciamo cuocere una ventina di minuti.

Cuociamo la nostra pasta in abbondante acqua salata arrivata a bollore, cuociamo per 5 minuti e mantechiamo la stessa nella casseruola. Serviamo le nostre pezze di solina con una spolverata di timo fresco.

Buon appetito!

[sg_popup id="21" event="click"]Ti è piaciuto l'articolo? Possiamo inviarti gli articoli più richiesti?[/sg_popup]

Torta arancia e cioccolato

Il profumo intenso ed avvolgente delle arance mescolato al cioccolato fondente!
1h
difficile
Dosi per 8 persone

INGREDIENTI

Pan di Spagna
5 Uova
150 gr di Zucchero
40 gr di Fecola
120 gr di Farina
1 arancia
1 bustina di lievito
Un pizzico di sale

Crema all’arancia
120 gr di tuorli
500 gr di latte
40 gr di amido
140 gr di zucchero
buccia e succo di un’arancia non trattata

Ingredienti per la bagna al rum
120 ml di acqua
50 ml di rum ( sostituibile con liquore che preferite)
1 cucchiaio di zucchero

Glassa al cioccolato
500 gr di panna
400 gr di cioccolato fondente
20 gr di burro


di Giusy Pietrangeli

PREPARAZIONE

Preparazione pan di spagna:
In una ciotola montate le uova con lo zucchero, aggiungere poi il pizzico di sale, l’arancia grattugiata, la fecola e la farina setacciati, mescolate il tutto fino ad ottenere un risultato omogeneo, alla fine aggiungere il lievito.

Versate il tutto in una tortiera del diametro di 22 cm, imburrata e infarinata. Cuocete in forno preriscaldato a 180° per circa 40 minuti. A cottura ultimata sfornare la torta e lasciarla raffreddare su una gratella.

Preparate la bagna al rum.
In un pentolino portate a bollore l’acqua insieme al cucchiaio di zucchero. Spegnete ed aggiungete il rum.

Preparazione crema all’arancia:
Sbattere leggermente le uova con lo zucchero, unire poi la farina e tenere da parte, nel frattempo scaldare il latte in un pentolino con il succo e la buccia dell’arancia versatelo quindi a filo sull’impasto di uova, zucchero e farina e mescolate, rimettetelo sul fuoco, mescolando di continuo fino a che non si addensi.

Preparazione Glassa al cioccolato
Tritate il cioccolato fondente, In un pentolino fate riscaldare la panna senza sfiorare il bollore. Fatto ciò, versatela sul cioccolato tritato fate sciogliere completamente e mescolate a lungo fino ad ottenere un composto omogeneo.

Riprendere la torta, ormai raffreddata, tagliarla in senso orizzontale, bagnare con la bagna al rum e farcire con la crema all’arancia.

Dopo aver sistemato la torta sulla griglia, versate la glassa al cioccolato sul dolce e spalmatela rapidamente aiutandovi con una spatola, decorare a piacere con riccioli di buccia d’arancia.

LE VARIANTI DEL TIMO
[sg_popup id="21" event="click"]Ti è piaciuto l'articolo? Possiamo inviarti gli articoli più richiesti?[/sg_popup]

Torta di carote con marmellata di arance

Una torta soffice e dal profumo intenso!
50′
facile
Dosi per 8 persone

INGREDIENTI

1 uovo
6 cucchiai di zucchero di canna
1 cucchiaio di cannella in polvere
200 gr di marmellata di arance
1 buccia di arancia
1 scorza di limone
200 gr di carote
3 cucchiai di olio di girasole
200 gr di farina integrale
1/2 bustina di lievito chimico
50 gr di noci
20 gr di burro
20 gr di zucchero a velo


di Giusy Pietrangeli

PREPARAZIONE

Sbattete l’uovo con lo zucchero e la cannella. Aggiungete la marmellata di arance, la buccia d’arancia e di limone grattugiata e le carote sbucciate e grattugiate.

Aggiungete poi l’olio, la farina di grano integrale e il lievito e mescolate il tutto. Unite le noci tritate continuando a mescolare delicatamente.

Imburrate e infarinate uno stampo per torte. Versate il composto nella teglia e cuocete in forno a 180 º C per 30 minuti.

Sfornate e lasciate raffreddare. Decorate la torta con abbondante zucchero a velo.

 
LE VARIANTI DEL TIMO

Per un tocco in più potete tagliarla a metà e farcirla con altra marmellatata di arance!

[sg_popup id="21" event="click"]Ti è piaciuto l'articolo? Possiamo inviarti gli articoli più richiesti?[/sg_popup]

Tonnarelli speck e zafferano

Facile, veloce e gustosa!
30 min
facile
Dosi per 4 persone

INGREDIENTI

500 gr di tonnarelli (la ricetta la trovate nell’articolo su come fare la pasta
200 ml di panna
120 gr di speck a cubetti e qualche listarella a parte
30 gr di pecorino grattugiato
30 gr di burro
qualche stimma di zafferano
sale e pepe


di Federica Iannola

PREPARAZIONE

Fate cuocere la pasta in abbondante acqua salata per il tempo indicato nella confezione, o se fatti da voi i tonnarelli, avranno una cottura di circa 4/5 minuti, dipende dalla consistenza della pasta.

Ora tagliate a cubetti lo speck e di seguito fatelo scottare per 3 minuti circa in una padella senza aggiungere grassi, continuate la cottura fino a quando lo speck risulterà croccante ma non secco, dopodiché toglietelo dal fuoco.

In un’altra padella fate rosolare il burro per qualche minuto poi versate la panna e lo zafferano, sale e pepe, e fate addensare per circa 3 minuti. Aggiungete due/tre cucchiai di acqua di cottura della pasta e proseguite a far temperare la salsa per qualche minuto. Scolate la pasta, unitela alla crema di zafferano e panna e aggiungete il formaggio, mantecate per qualche istante, poi unite anche lo speck e mescolate con cura. Servite subito i vostri tonnarelli con speck e zafferano. 

 

LE VARIANTI DEL TIMO

Guarnite il vostro piatto con qualche listarella di speck croccante e con i fiori di zafferano.

[sg_popup id="21" event="click"]Ti è piaciuto l'articolo? Possiamo inviarti gli articoli più richiesti?[/sg_popup]

Lo zafferano, una spezia d’oro

Le spezie e lo zafferano

Con il termine “spezie” si indicano alcune sostanze (o miscele di sostanze) ricavate da semi, frutti, gemme, cortecce o radici di piante esotiche, perlopiù provenienti dall’Oriente, dai sapori assai forti e, in molti casi, addirittura piccanti. In commercio si trovano, nella maggior parte dei casi, essiccate e macinate e, se conservate in contenitori ermetici, al riparo dalla luce, sono in grado di mantenere i loro aromi anche per un intero anno.

Molto utilizzate anche in occidente nel periodo delle grandi scoperte geografiche, soprattutto delle classi più abbienti che, offrendole nei loro banchetti, ostentavano la propria ricchezza dimostrando di potersele permettere (erano infatti molto costose), le spezie hanno conosciuto, nella nostra cucina, un lungo periodo di quasi assenza per tonare “di moda” negli ultimi anni grazie all’avvicinamento di nuove tradizioni e di una mescolanza etnica sempre più varia che ha introdotto, anche in Europa, pietanze e sapori appartenenti ad altri Paesi.

Il loro pregio, sia nel passato che nel presente, è legato, oltre al piacere che possono conferire al palato, anche alle loro virtù curative che da sempre sono state sfruttate in campo erboristico. Pare, infatti, che molte di queste sostanze sono utili nella cura di numerosi disturbi dell’apparato digestivo e riescano, quindi, a conferire maggiore digeribilità anche ai piatti nei quali vengono impiegati.

Molte di queste sostanze hanno anche altri usi, non solo utilizzate nel campo erboristico, ma anche per la preservazione del cibo, in rituali religiosi, cosmesi o profumeria. Ad esempio, la curcuma è usata anche nell’ayurveda; la liquirizia ha proprietà officinali; l’aglio viene usato come vegetale nella cucina.

Una delle spezie che utilizziamo maggiormente nei piatti della nostra cucina è lo zafferano, una spezia che viene prodotta a Rosciolo di Magliano, da un nostro compaesano e amico Riccardo Federici, che con la sua omonima azienda agricola partecipa alla rete di imprese agricole “Green Farms” di cui siamo membri. I suoi prodotti “Zafferano Bio in stimmi di Avezzano e Magliano dè Marsi” sono di qualità eccellente e genuina.

Lo zafferano è una pianta di origine orientale, della famiglia delle Iridaceae, coltivata in Asia minore e in molti paesi del bacino del Mediterraneo. In Italia le colture più estese si trovano nelle Marche, in Abruzzo (lo zafferano dell’Aquila è conosciuto nel mondo intero con la sua produzione nell’Altopiano di Navelli) e in Sardegna. Dallo stimma trifido si ricava la spezia denominata “zafferano”, utilizzata in cucina e in alcuni preparati medicinali. Il fiore color violetto fiorisce per un breve periodo di due settimane in autunno. Ogni fiore ha solo tre stimmi gialli che devono essere colti manualmente all’alba, prima che il sole sia troppo alto. I fiori generalmente si scartano, oppure vengono fatti essiccare e utilizzati come decorazione per i piatti (proprio come facciamo noi), mentre gli stimmi vengono essiccati. In questo processo si perde l’80% del peso, ma l’intensità del sapore (leggermente amarognolo) ci guadagna molto. Sono necessari circa 200.000 fiori per ottenere un kg di stimmi di zafferano. Si trova in commercio macinato o in stimmi interi. È consigliabile utilizzare gli stimmi filiformi mettendone a bagno un pizzico in acqua tiepida per sviluppare colore e aroma, prima di aggiungerli alle vivande della fase terminale di cottura. Va conservato in recipienti a chiusura ermetica e lontano dalla luce.

Lo zafferano si unisce bene con il riso (quello alla milanese è un classico, o la paella alla valenciana), zuppe di pesce, salse, budini e dolci di riso di origine orientale e, in genere, per colorare impasti, ripieni e salse.

Nel menù di questa settimana ci saranno alcuni piatti con protagonista proprio lo zafferano, piatti che presenteremo per la serata del 14 febbraio in occasione di San Valentino, ma che proponiamo durante tutto l’anno in diverse pietanze. Come potevamo farci scappare l’occasione di aggiungere ai nostri piatti un tocco di colore, genuinità e sapore unico? Tra questi piatti abbiamo i tonnarelli con speck e zafferano, e la faraona allo zafferano.
Oggi vi regalerò la nostra ricetta dei tonnarelli con speck e zafferano.

[sg_popup id="21" event="click"]Ti è piaciuto l'articolo? Possiamo inviarti gli articoli più richiesti?[/sg_popup]

Fare gli gnocchi

Gli gnocchi

I più noti e classici sono quelli di patate, ma in realtà i tipi di gnocchi presenti nella tradizione gastronomica italiana sono tanti e si diversificano, sia per gli ingredienti utilizzati, sia per la modalità di preparazione dell’impasto.
Si tratta di un antico piatto di origine popolare, semplice e sostanzioso, composto da ingredienti “poveri”.
Con il termine “gnocchi” si indicano pezzetti di pasta a forma tondeggiante preparati con patate cotte impastate con la farina, oppure preparati con altri ingredienti, come il semolino, il pane, poi ci sono gli gnocchi soffiati, quelli di ricotta e spinaci, di zucca, ecc.
Quelli più conosciuti sono quelli di patate, e pur avendo in Piemonte e nel Veneto i due maggiori centri di diffusione, gli gnocchi di patate sono molto popolari e consumati in tutta Italia. Si possono condire in mille modi, dai ragù di carne o di pesce a varie combinazioni di verdure, dalla salsa di pomodoro a salse a base di formaggio, oltre che semplicemente con burro e parmigiano.
Prepararli in casa non è difficile, ma bisogna procedere nel modo corretto, seguendo alcune semplici regole, la prima delle quali riguarda la scelta delle patate più adatte. Le patate più indicate infatti sono quelle “farinose”, caratteristica tipica di alcune varietà di patate a pasta gialla e di quelle a pasta bianca. Sconsiglio vivamente l’utilizzo di patate novelle, perché essendo molto acquose assorbirebbero troppa farina, rendendo gli gnocchi gommosi.

Come farli
Una volta scelte le patate giuste, bisogna lavarle accuratamente, metterle in una casseruola, coprirle con acqua fredda e lessarle poi a fuoco non forte per 20-30 minuti dall’inizio dell’ebollizione. Per capire se sono cotte con i lembi della forchetta basta pungerle e se non si sente resistenza fino al centro della patata allora saranno cotte. Dopo essere state sgocciolate dall’acqua di cottura, vanno sbucciate il prima possibile ed evitare che si raffreddino troppo per la lavorazione, che risulterebbe più difficile. Una volta sbucciate si passano allo schiacciapatate e si lascia intiepidire il passato di patate, si aggiunge poi la farina (250 gr ogni chilogrammo di patate) e un pizzico di sale. 

Con le mani si lavora il composto velocemente, prima che il passato si raffreddi del tutto, fino ad ottenere un impasto liscio ed elastico. Se l’eccessiva umidità delle patate dovesse portare a sfaldare l’impasto durante la lavorazione si può aggiungere un uovo. Una volta ottenuto un impasto compatto e soffice se ne ricavano tanti cilindri di circa 1,5 cm di diametro, facendo rotolare piccole parti di impasto a una a una sulla spianatoia infarinata, li si taglia a pezzetti di 2-3 cm circa di lunghezza, ottenendo così gli gnocchi “lisci”. Per ottenere uno gnocco rigato, occorre premere con il pollice al centro di ogni pezzetto di pasta e passarlo sul “rigagnocchi”, oppure si possono utilizzare semplicemente i lembi di una forchetta inumiditi. Man mano che si preparano gli gnocchi vanno allineati su vassoi ben infarinati fino al momento della cottura. 

Gli gnocchi vanno cotti in abbondante acqua salata in leggero bollore, e una volta che salgono a galla si sgocciolano con un mestolo trasferendoli nella pirofila, se vanno ripassati in forno, o nella padella se vanno saltati col condimento scelto.
Noi utilizziamo solo ingredienti prodotti da noi stessi, le patate sono quelle che coltiviamo, la farina è quella che deriva dalle nostre coltivazioni di grano, poi macinata in un mulino qui vicino, e le uova sono delle nostre galline.
Nel nostro menù gli gnocchi sono presenti giornalmente, nelle salse più classiche, ma ci divertiamo ogni tanto a combinare sapori diversi per rendere i nostri gnocchi particolarmente gustosi ed unici.
Un piatto semplice e altrettanto delicato inserito da poco nel nostro menù, sono gli gnocchi conditi con una salsa di menta, zenzero e limone.
Una salsa semplice da realizzare, briosa, fresca e sempreverde. Si uniscono degli elementi che donano al piatto freschezza e genuinità.
Per la realizzazione della salsa basta preparare un mix di scorza di limone, zenzero grattugiato e qualche fogliolina di menta, da unire ad una crema composta da acqua di cottura, pepe e parmigiano. Provate i nostri gnocchi e vedrete che bontà!
Questa settimana abbiamo aggiunto un ingrediente particolare ai nostri gnocchi… abbiamo sostituito la classica patata a pasta gialla, con quella viola!
Sentirete che specialità… =D

[sg_popup id="21" event="click"]Ti è piaciuto l'articolo? Possiamo inviarti gli articoli più richiesti?[/sg_popup]

Fare il pane di solina

Proseguendo il nostro viaggio su come fare il pane, oggi paleremo di un pane dal sapore antico! Un pane preparato con un grano macinato a pietra e che è davvero molto particolare: il grano di solina.

Il grano di Solina è una varietà di frumento tenero molto antica: fonti storiche (in particolare atti notarili di compravendita stipulati presso la fiera di Lanciano) testimoniano la sua coltivazione in Abruzzo all’inizio del XVI secolo. Caratteristico delle zone montane e marginali del Gran Sasso, specie la parte interna del massiccio sul versante aquilano, ma anche nella Marsica, nell’altopiano delle Cinquemiglia e in tutta l’area dell’appennino abruzzese, dove il freddo e le quote elevate permettono di ottenere un risultato qualitativo eccellente. In grado di resistere a lungo sotto la neve e al freddo intenso, può essere coltivato dai 600 ai 1400 metri e oltre. Anzi, maggiore è l’altitudine, migliore è la qualità!
Esistono detti popolari che testimoniano la stretta connessione tra questa varietà e la vita della gente abruzzese. Si dice, ad esempio, “quella di solina aggiusta tutte le farine”, oppure “se il contadino vuole andare al mulino, deve seminare la solina”. Un tempo era apprezzata soprattutto per la costanza produttiva, che garantiva la sopravvivenza delle famiglie contadine.

Il grano Solina ha un basso contenuto di glutine, un tenore proteico elevato, ed è l’ideale per praticare il metodo dell’agricoltura biologica.

Dal grano tenero di Solina si ricava una farina morbida al tatto, poco tenace, di colore chiaro e dal particolare profumo di montagna, e facilmente lavorabile a mano. Viene lavorato per ottenere la farina per i prodotti di panificazione artigianale, in particolare il pane casereccio, la pasta fatta in casa e la pizza.

Abbiamo voluto provare al naturale questa farina, senza l’aggiunta di altre farine, che avrebbero compromesso la resa di un pane genuino e autentico! Abbiamo quindi ottenuto un pane semplice fatto solo di farina integrale di grano di solina, lievito, sale, miele e acqua.

Tempo di preparazione: 15 ore tra riposo e lievitazione1 ora di preparazioneDifficoltà: media
Dosi per: 4/6 persone
Ingredienti:
700g di farina integrale di solina
400g di acqua
Un cubetto di lievito di birra
10 g di sale
1 cucchiaino di miele

Procedimento:
Questo tipo di impasto, essendo molto rustico e granuloso, ha bisogno di un po’ più di acqua rispetto al pane che facciamo solitamente.
Utilizziamo come nell’impasto classico, un impasto diretto, quindi mettiamo tutti gli ingredienti nella planetaria e la facciamo girare per qualche minuto, controlliamo che l’impasto non si attacchi troppo alle pareti (questo tipo di grano è molto grezzo e presenta anche tracce di crusca) e facciamo incordare l’impasto impastando per 10 minuti circa.
Prendiamo poi l’impasto, lo mettiamo su un piano da lavoro infarinato e gli diamo qualche piega a mano dandogli una forma di pagnottina, lo mettiamo a lievitare in un recipiente apposito coperto con la pellicola, e lo lasciamo in frigo tutta la notte.
La mattina seguente riprendiamo l’impasto, aspettiamo che arrivi a temperatura ambiente lasciandolo lievitare, ci vogliono circa 3 ore.
A questo punto riprendiamo l’impasto, e gli diamo la forma della pagnotta, lo mettiamo di nuovo a lievitare, direttamente su carta da forno, nei testi che andranno poi direttamente nel forno a legna, preriscaldato ovviamente, con una temperatura che si aggira intorno ai 220°. Prima di infornare facciamo dei tagli sulla pagnottina. Inforniamo e lasciamo il forno chiuso per 50 minuti.

Una volta trascorso questo tempo, il pane avrà un bel colore in superficie, apriamo il forno e lo lasciamo raffreddare.

Per avere un bel colore chiaro/scuro sulla superficie del pane basta fare il taglio sul pane (a croce o a strisce) subito prima di infornarlo. Appena fatti i tagli spolverate con la stessa farina la superficie, cosicché, quando il pane (con il calore del forno) si apre, cuocerà la parte dei tagli (che si apriranno in cottura), senza la farina, di un bel colore scuro, mentre le parti in cui avrete messo la farina rimarranno chiari.

[sg_popup id="21" event="click"]Ti è piaciuto l'articolo? Possiamo inviarti gli articoli più richiesti?[/sg_popup]