Codiaeum (Croton)

Codiaeum variegatum  o Croton – Codiaeum variegatum

La pianta

La Codiaeum variegatum var. pictum conosciuta con il nome comune di Croton è una pianta arbustiva sempreverde appartenente alla famiglia delle Euphorbiaceae. La pianta ha origini dalle zone dell’Est Asiatico ed è molto diffusa nel territorio della Malesia.

Questa varietà è molto apprezzata per il suo fogliame riccamente screziato con sfumature di vario colore. Le foglie possono avere varie dimensioni, hanno un colore principale che è il verde scuro e sono ricoperte da screziature e nervature colorate di verde più chiaro, bianco, rosa, giallo, rosso e arancione. La lunghezza delle foglie può arrivare fino a 30cm, la loro forma è ovata o lineare hanno un aspetto e una consistenza coriacea.  Durante il periodo estivo la pianta produce dei fiori larghi circa 5mm di colore bianco.  La coltivazione del Croton viene fatta tranquillamente in appartamento grazie alla sua dimensione ridotta e soprattutto per le sue particolari esigenze di coltivazione. Le dimensioni massime che raggiunge coltivandola in vaso sono circa 60cm e l’estensione è approssimativamente di 50cm.  Diversamente coltivandola in serra la pianta può raggiungere dimensioni notevoli anche di 3 metri.

Tipo di Terreno

Il terreno più adatto alla pianta di croton è un composto ben poroso, drenato e ricco di sostanza umifera. Il terriccio deve comprendere anche una buona parte di materiale drenante come lapillo lavico o argilla espansa.

L’Esposizione

Per quando riguarda la giusta esposizione del Croton bisogna tenere a mente che per produrre un fogliame di qualità e con ricche sfumature necessita di un’intensa luminosità ambientale. Per questo motivo la sua collocazione ideale è si in un ambiente al chiuso, ma ben illuminato e con luminosità indiretta. La pianta di croton cresce al meglio in prossimità di una finestra anche con luce solare diretta.

Nel periodo estivo tuttavia è consigliabile ridurre l’intensità luminosa filtrando la luce esterna con una tenda in modo da evitare un eccessivo inaridimento del substrato di coltivazione.

Accorgimenti colturali

Per far crescere la pianta al meglio è molto importante evitare i bruschi sbalzi termici che a volte si verificano in appartamento. Nel periodo invernale è opportuno spostare la pianta in un luogo dell’abitazione più caldo e meno esposto a possibili correnti di aria gelide. Temperature basse o venti freddi possono portare ad un immediato arresto della crescita della pianta. La temperatura minima nel periodo invernale non dovrebbe scendere mai sotto i 16 gradi. Evitare però di tenerla in un ambiente troppo secco, la pianta necessita comunque di un umidità media che non deve mai mancare. Non collocarla in prossimità di fonti di calore come stufe e termosifoni che potrebbero far seccare il terriccio molto rapidamente. Le innaffiature del Croton sono un altro aspetto importante che possono fare la differenza nella riuscita di questa coltura. Si tratta di una pianta adatta a climi molto umidi durante quasi tutto il corso dell’anno. Per assicurare quindi una giusta umidità bisogna tenere in considerazione il numero e la quantità di annaffiature che il terriccio deve ricevere. Il substrato ha bisogno di un umidità quasi costante, la superficie deve risultare durante il periodo vegetativo mediamente umida.

Durante l’estate il Croton avrà bisogno di innaffiature più frequenti, per regolarsi basta tastare la superficie la quale deve risultare sempre leggermente inumidita. Per aumentare ulteriormente l’umidità necessaria alla pianta durante l’estate si possono effettuare delle nebulizzazioni periodiche sul fogliame. Per farlo si impiega un buon nebulizzatore e possibilmente si utilizza dell’acqua piovana che non è molto ricca di sali. Andranno evitati ovviamente i ristagni idrici avendo cura di predisporre del materiale drenante durante i rinvasi periodici. Il substrato ideale comunque prevede già una certa quantità di materia grossolana. 

Le concimazioni del Croton sono un buon modo per ottenere un fogliame vigoroso e di bell’aspetto. La somministrazione di concime si effettua dalla primavera fino all’autunno, di lì in poi si iniziano a ridurre progressivamente per sospenderle durante il periodo invernale in cui la pianta inizia il suo risposo vegetativo. La frequenza di applicazione dei concimi prevede un intervallo di 15 giorni tra gli interventi. Si possono utilizzare dei normali concimi liquidi per piante da appartamento seguendo i dosaggi indicati dal prodotto.

Le Malattie, parassiti e avversità

I parassiti del Croton più frequenti sono alcuni insetti comuni anche ad altre piante da serra, quelli più importanti e che possono arrecare danno sono: Cocciniglia e Afidi

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L’orto biologico

Per “orto biologico” si intende proprio un insieme di ortaggi coltivati senza uso di concimi chimici o diserbanti. Affinché un orto possa definirsi tale non basta, coltivare le verdure evitando di aggiungere diserbanti, ma è anche necessario che tutte le fasi colturali siano realizzate con metodi “biologici”. Le piante dell’orto biologico devono nascere ed essere messe a dimora, concimate, rinvasate e diserbate ricorrendo a metodi naturali o a tecniche manuali. Le nostre piante orticole prevedono, infatti, sin dalla germinazione del seme (proveniente da processi biologici e biodinamici) un naturale processo di crescita biologico. I concimi dovranno, quindi, comprendere esclusivamente fertilizzanti organici, come stallatico maturo, compost, torba, pollina e simili, mentre la lotta a parassiti e piante infestanti dovrà essere fatta ricorrendo a sostanze esistenti in natura o alla rimozione manuale. Gli insetti ed i parassiti vegetali vanno combattuti esclusivamente con sostanze a base di rame e zolfo (e con le giuste dosi), composti chimici già esistenti in natura. Nella maggior parte dei casi, però, la coltivazione di un orto biologico va fatta escludendo qualsiasi sostanza chimica.

Le regole di un buon orto “bio”

Oggi si fa un gran parlare di orto biologico, di “verdure fai da te a chilometro zero”. Ma cosa rende un orto veramente biologico?
– Utilizzare soltanto concimi biologici come letame, torba, compost.
Selezionare esclusivamente semi e piantine naturali (per intendersi, evitare tutti quelli che nella confezione o nella bustina recano la scritta “Ibrido”
Utilizzare la tecnica della “rotazione degli ortaggi”, che differenziando ogni stagione il tipo di coltura su un determinato spazio, consente sia l’arricchimento naturale del terreno con elementi differenti sia la non proliferazione di specifici parassiti
Proteggere il proprio orto, al di là dell’ampiezza, con apposite barriere naturali che impediscano l’accesso ad animali dannosi
– Utilizzare insetticidi naturali a base di rame o zolfo
Divieto assoluto di erbicidi, pesticidi, fertilizzanti chimici

Suggerimenti Utili

Dopo aver acquistato le piantine biologiche
Ogni anno ha le sue stagioni e non sempre l’acquisto delle piantine e la relativa messa a dimora coincide con la stagione ideale per iniziare la coltivazione. Per evitare di compromettere il raccolto ti diamo 3 piccoli suggerimenti da seguire:
Acquista subito le piantine
Se è vero che bisogna sempre attendere la stagione giusta per avviare le coltivazioni, è anche vero che attendendo troppo si rischia di inoltrarsi troppo in stagione e di non raccogliere i frutti. Acquistando subito le piantine orticole potrai disporre di piante con una crescita adeguata e pronte ad essere messe a dimora. Fai però attenzione a proteggerle dal freddo e dalle intemperie.
Proteggi le tue piantine
Dopo aver acquistato le piante, puoi scegliere di metterle a dimora e proteggerle con una “mini serra a tunnel” oppure “mantenerle” in una semplice “serra da balcone” fino a quando non deciderai di trapiantare. In entrambi i casi potrai giovare della continuazione di crescita anche in periodi con meteo non ideale.

Fai però attenzione a tre fattori:
a) la serra non deve mai superare i 25° di temperatura, quindi dovrai areare sempre durante le ore più calde
b) se utilizzi una serra da balcone evita di disporla in un luogo eccessivamente assolato
c) mantieni sempre un’umidità adeguata (50-80%) innaffiando regolarmente. La soluzione migliore è adottare una serra a tunnel (anche se fai da te) in modo da permettere un’areazione naturale tenendo aperti i due lati delle testate.

Il Trapianto.

La fase del trapianto è molto importante e viene spesso sottovalutata. Le piantine sono già “acclimatate” ma potrebbero subire uno stress sia per effetto di cambi repentini delle temperature ma anche per un errato trapianto nel terreno. Per mettere a dimora la piantina assicurati di:

a) porre il terreno fino a 1 cm al disopra il colletto della pianta

b) crea una zona di raccolta d’acqua intorno al colletto in modo da mantenere la zona alla base della pianta sempre umida . Ti suggeriamo inoltre di valutare sistemi di pacciamatura per evitare la crescita di erbe infestanti ricorrendo, ad esempio, all’uso della pacciamatura con la paglia.

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Le tecniche della concimazione: dal biologico al fai da te

Concime biologico
Concime biologico

Si dicono concimi quelle sostanze, naturali o artificiali, che per la loro composizione chimica sono capaci di conferire al terreno agrario un più alto grado di fertilità, sia che lo arricchiscano di materiali nutritivi originariamente assenti o in difetto, sia che ad esso restituiscano il materiale sottratto da precedenti raccolti.

La concimazione è un’operazione che riveste una notevole importanza nella massimizzazione della produttività delle nostre coltivazioni. Essa è quindi da ritenersi un’operazione indispensabile se vogliamo sfruttare al meglio le potenzialità del terreno destinato alla produzione delle nostre colture.

I concimi si trovano di molti tipi e di differenti utilizzi. L’industria chimica svolge un ruolo preminente per la produzione di fertilizzanti di sintesi. Tuttavia, negli ultimissimi anni c’è un certo ritorno all’uso di “stallatici” o prodotti che hanno come base di lavorazione i materiali organici provenienti dall’agricoltura; la gran parte delle produzioni agricole sfrutta l’abbinamento di fertilizzanti di tipo chimico e biologico, anche se, se un terreno viene concimato in modo adeguato tramite concimi organici, può non essere necessario il ricorso a concimi chimici.

Possiamo catalogare i concimi i nostri fertilizzanti in due categorie: i concimi organici (biologici) e concimi chimici (sintetici).

Il concime chimico è un prodotto artificiale di sintesi  penetra direttamente nella pianta tramite un processo di osmosi sfruttando il principio della differente concentrazione tra il terreno e le radici; i concimi chimici non contengono tutte le sostanze minerali presenti in natura nel terreno inoltre alterano la composizione del terreno.

Il concime organico, a differenza di quello chimico, nutre il terreno che diventa sempre più fertile; il contenuto completo di sostanze nutritive nutre i microrganismi presenti nel terreno, non si ha quel passaggio forzato del fertilizzante chimico dal terreno alla pianta, questo apporta notevole miglioria alle caratteristiche fisiche e biologiche del suolo. Inoltre forniscono direttamente alle piante dei Sali Minerali indispensabili per una corretta crescita contenendo spesso tutti gli elementi nutritivi di cui le piante hanno bisogno, le quali richiedono, come conseguenza, un utilizzo decisamente inferiore di prodotti antiparassitari e pesticidi.

Possiamo generalizzare che il fertilizzante sintetico permette la crescita della pianta, ma la rende incompleta e ne varia la resistenza stessa, diminuendo la sua capacità vitale; viceversa il concime organico o naturale, permette la crescita di una pianta sana e resistente e racchiude in sé tutti gli elementi indispensabili alla sua vita.

Questo ci permette una immediata conclusione che ci fa comprendere di quanto sia preferibile la coltivazione e quindi il conseguente consumo di alimenti di origine biologica o biodinamica non solo per il nostro benessere, ma anche per l’ intero ecosistema.

 Circa gli elementi nutritivi che andiamo a ripristinare attraverso la concimazione possiamo schematizzarli in:

– Macroelementi sono quelli di cui le piante hanno bisogno in quantità maggiori come azoto, fosforo, potassio ma          anche zolfo, calcio e Magnesio

– Microelementi  ugualmente importanti ma richiesti in quantità inferiori dalle piante quale ferro, rame, zinco, cloro, silicio, manganese

I concimi biologici possono essere di origine animale, vegetale o mista.

Il concime di origine animale come i liquami zootecnici, il letame (detto anche stallatico), è il concime di eccellenza per il nostro orto, meno ‘digeribile’ dalle piante anche perché disperdono facilmente alcuni degli elementi nutritivi che dovrebbero essere assimilati dalle radici, come l’azoto, e ne distribuiscono in maniera eccessivamente eterogenea altri.

Il concime di origine vegetale come il compost (totalmente’bio’si ottiene tramite la fermentazione e seguente macerazione di scarti vegetali quali la buccia e il torso delle mele, le foglie secche raccolte in giardino, i resti dell’orto etc), la cenere di legna per arricchire di potassio la terra, e la sansa (una sostanza ottenuta dagli scarti di lavorazione dell’olio d’oliva).

Il concime misto come il compost (che può essere ottenuto dalla decomposizione combinata di elementi di origine vegetale e animale) e la pollina (si ottiene trattando industrialmente le deiezioni di animali volatili, può contenere tracce di elementi inorganici contenuti nella dieta dei volatili, viene essiccata e ridotta in pellet che possono essere distribuiti facilmente nel campo da coltivare e contiene buone percentuali di azoto, fosforo e potassio).

Nella nostra casa si nascondo insospettabili ‘rifiuti’ che possono trasformarsi in un compost naturale di qualità.

compost naturale e Concime biologicoRiutilizzare gli scarti organici di tutti i giorni è un’ottima idea per concimare le piante di casa o del giardino. E’ fondamentale possedere una compostiera, in legno o in metallo, anche di manifattura artigianale, anche un grosso secchio va bene. Questo contenitore serve per raggruppare i rifiuti solidi urbani ed è il luogo ideale per la loro decomposizione aerobica, cioè in presenza di ossigeno. Al suo interno, infatti,l’ossigenazione e il proliferare di lombrichi e batteri porta alla creazione di un terriccio particolarmente fertile (humus). Sul fondo di questo mettete uno strato di terra, poi uno di residui della tavola (bucce, frutta o verdura andata a male,fogliame, ovviamente, MAI la carne) e alternate: un altro strato di terra, un altro di residui, un altro di terra. Rimescolate il tutto con una paletta ogni 10 giorni, per 1 mese. A fine mese, le bucce e la terra saranno scomparse, sostituite da un composto nerastro e grasso, altamente nutritivo per le piante e i fiori.

riciclo cenere per concimazione naturale

Le ceneri, essendo ricche di fosfati, costituiscono un ottimo concime naturale. Prendete della cenere ottenuta esclusivamente bruciando legname, foglie secche, tabacco. Mescolatela al terriccio cercando di rispettare queste proporzioni: terriccio 70%, cenere 30%. In seguito, amalgamate per bene. Evitare di mettere la cenere direttamente sulla superficie del vaso.

fondo caffè per concimarefondi di caffè sono ricchi di potassio, fosforo, rame e magnesio; rilasciano azoto nel terreno e lo rendono leggermente acido. Dunque potete metterli direttamente come concime per le vostre piante, sono adatti per la concimazione di fiori che amano i terreni acidi, come le rose, le azalee, il rododendro, i sempreverdi e le camelie. Il terreno raggiungerà l’acidità necessaria ed i fiori potranno trarre da esso maggior nutrimento. Può anche essere impiegato come fertilizzante liquido: basta aggiungere due tazze di fondi di caffè a un secchio d’acqua, dopo qualche ora di infusione, avrete il vostro fertilizzante liquido naturale per le piante da giardino e da vaso. E’ ideale come nutrimento per le foglie. Attenzione però a non esagerare con le quantità, è sufficiente utilizzarne un cucchiaino al mese. Inoltre il caffè in polvere, ottenuto lasciando asciugare all’aria i fondi rimasti nella caffettiera, potrò essere cosparso lungo i bordi dell’orto per allontanare le lumache senza ricorre a sostanze chimiche dannose.

buccia di banana per concimare

Le bucce  di banana possono diventare un fertilizzante naturale fai da te. Per usare questo concime basterà tritare le bucce in piccoli pezzi e interrarle superficialmente, in alternativa potete ricavare anche un concime per la fertirrigazione: mettere a macero le bucce di banana e dopo 15 – 20 giorni usare il liquido per irrigare le piante.

fertirrigazione acqua di cottura delle verdure L’ acqua di cotture delle verdure  se le verdure provengono da agricoltura biologica o da coltivazione locale, potete usare la loro acqua di verdura per la fertirrigazione dell’orto. Evitate di usare l’acqua di cottura delle verdure se queste provengono da agricoltura intensiva e quindi sono ricche di pesticidi e composti chimici potenzialmente nocivi.. Una volta fredda, riutilizzatela per annaffiare: attenzione però a fare in modo che non sia salata.

concimare con i gusci d'uovo

 I gusci d’uovo  in trito sottile possono favorire la naturale fertilità del terreno e, se disposto alla base delle piante, può tenere lontane le lumache.

infusi tisane per fertirrigazioneInfusi di calendula tarassaco e di camomilla possono essere usati per fertilizzare l’orto e le piante ornamentali. E’ particolarmente utile, una volta freddi, per fertilizzare e stimolare la crescita delle piante coltivate in vaso.

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